Ne avevamo parlato diverso tempo fa ed ora finalmente potremo vedere quali risultati hanno dato le prime riprese di una fiction italiana di respiro internazionale: Quattro Padri Single - Four Single Fathers. Scopriamo la trama del film per la tv in onda giovedì prossimo.
4 PADRI SINGLE: FILM PER LA TV DI GIOVEDI' 15 GENNAIO - CANALE 5, ORE 21.10
New York. Jacopo (Alessandro Gassman), un affascinante dentista italiano, è stato lasciato dalla ricca moglie Ilana, stanca dei suoi tanti tradimenti. Padre distratto della piccola Lena, solidalizza con altri padri single: Dom (Francesco Quinn), Ennio (Joe Urla) e George (Lenny Venito).
8 commenti:
Ottima idea, solo una cosa mi dispiace: con tanti attori italiani bravi e inutilizzati, era proprio necessario mettere in piedi questo cast internazionale, con Francesco Quinn, fra gli altri, del quale potevamo fare tranquillamente a meno? Non so se Muccino aveva concepito questa cosa così come è stata realizzata, ambientata a New York e basata su una realtà tipicamente americana, per questa ci sono decine di telefilm che la raccontano alla perfezione.
In Italia siamo un po' scarsi in questo settore, anche l'altra sera "Il mistero del lago", come ti è sembrato? La Morariu non mi pare abbia dato una grande prova e Flaherty è sempre un po' il solito Venturi di Ris..
Poi però vedo Solfrizzi, la Rocca, la Natoli, Marcorè e tutto il cast di "Pazzi per amore" e mi si riapre la speranza.
Un bacione!
Hai perfettamente ragione, Miss Dickinson! La Morariu a me non piace, la trovo poco espressiva. Flaherty viaggia sulla sufficienza e da lì non si sposta quasi mai: non ha cadute, è vero, ma, ahimè, neanche picchi interpretativi.
Il cast di "Tutti Pazzi per Amore", fiction che adoro e mi sta riconciliando un po' con questa televisione fin troppo ripetitiva, priva di spunti innovativi, di idee, sempre uguale a se stessa (a tal punto che i palinsesti di sei anni fa sono, sostanzialmente, gli stessi di adesso) è fra i più brillanti e riusciti mai messi in piedi negli ultimi anni di fiction. Bisognerebbe innovare, trovare il coraggio di puntare su attori poco "televisivi" (magari meno bellocci e meno bellone, ma dotati di maggior talento!) e su registi davvero preparati (Riccardo Milani è, in effetti, uno dei migliori). Tutti Pazzi per Amore è l'esempio di come il talento degli attori e le idee degli sceneggiatori possano trasformarsi in ARIA FRESCA e OSSIGENO PURO; in intrattenimento intelligente, privo di volgarità e pieno di citazioni divertenti.
La televisione italiana, al di là delle buone intenzioni di Tizio o Caio, ha il coraggio di girare pagina? E gli spettatori hanno finalmente capito che se non pretendono qualcosa di nuovo avranno sempre la stessa minestra riscaldata? E' accettabile che i format dei varietà e delle fiction tv siano praticamente gli stessi da un lustro o da un decennio? Ballando con le Stelle 4, L'Isola dei Famosi 6, Amici 7, Zelig 8, Il Grande Fratello 9, Uomini e Donne 11, La Vita in Diretta 12, Scherzi a Parte 13, Matricole e Meteore 21, Paperissima 33, La Corrida 45, Sanremo 53; e, poi, ancora Distretto di Polizia 9, Ris 5, Cesaroni 3, Carabinieri 7 e via dicendo. Questa non è tv. Questo è catasto. E' timbrare il cartellino, lavorando come in un ufficio qualunque. Sempre le stesse cose, sempre le stesse storie, sempre le stess facce: fino alla noia totale.
"Cambiare", cantava il grande (e per sempre nel mio cuoricino) Alex Baroni. Cambiare. Non solo la TV... ma prima, anche e soprattutto noi. Perché, in un certo senso, i palinsesti li facciamo noi: se continueremo a guardare quei programmi (per abitudine o per disperazione), i direttori di rete non li chiuderanno mai. Cambiare e pretendere. Di più. Molto di più e da tutti: da chi fa i palinsesti, da chi recita, da chi scrive le storie e da chi le dirige.
Un saluto.
MARTA
Miss Dickinson hai ragione. Io avrei ambientato la storia in Italia, avrei utilizzato attori italiani e avrei mantenuto il respiro internazionale ma solo a livello tecnico. Invece mi sembra che qui abbiano fatto un pasticcio e mi pare che sarà una specie di brutta copia di un tv movie americano anche se prima di esprimermi aspetterò di vederlo :-) Riguardo a Il mistero del lago hai ragione. E' stata eccezionale la Borioni secondo me ma di basso livello l'interpretazione dei due protagonisti. Soprattutto Flaherty ormai è in modalità Venturi e non riesce più a uscirne.. Un bacio :-)
Marta sono d'accordo con te e con Miss Dickinson, Tutti pazzi per l'amore ci fa sorridere e soprattutto è ben recitato. Spezzo anche una lancia a favore di Amiche Mie e de Il commissario Manara per Guido Caprino. E' una bella recitazione quella di questi prodotto che ci mancava da un po' :-)
Ragazze, perchè i cast non li fanno scegliere a noi?? :-)
Care Caustica e Miss, al fine di mettervi a parte dei miei gusti e preferenze in tema di fiction TV, ho il piacere (eh eh) di elencarvi quali, fra quelle trasmesse nell'anno solare 2008, mi sono piaciute. L'anno scorso sono state trasmesse, in tutto, poco più di cinquanta produzioni seriali italiane (film TV in due parti, fiction di media e lunga serialità, soap etc.) tra RAI e MEDIASET. Di seguito, eccoVi l'elenco di quelle che, secondo il mio personalissimo giudizio, superano la sufficienza, in qualche caso anche abbondantemente:
Rebecca, la prima moglie
Ho sposato uno sbirro
Il Commissario De Luca
Medicina Generale
Zodiaco
La Nuova Squadra
Aldo Moro, il Presidente
'O Professore
Crimini Bianchi
Amiche Mie
Tutti Pazzi per Amore
N.B.: di questo elenco non fanno parte le soap per la semplice ragione che, un bel giorno di tanti anni fa, ho deciso di non guardarle mai più, ritenendo illogico e controproducente appassionarmi ad una storia senza fine che ha l'aggravante di essere pure "finta". :-) Rispetto chi fa questa scelta, ma io mi tiro fuori.
Tornando all'elenco di prima, invece. Tutto quello che manca, il resto delle produzioni italiane cioè, una quarantina di titoli in tutto, o era superfluo e ripetitivo o, peggio ancora, inguardabile.
Lo so, magari sono troppo severa. Ma io penso veramente che la fiction italiana, eccezioni a parte, sia messa maluccio. Ad esempio, i sequel mi inorridiscono... Penso che da una buona idea e da un buon soggetto si possano trarre al massimo due stagioni... a patto di avere un gruppo di sceneggiatori davvero capace e incline all'inventiva (fortuna rara, di questi tempi!). Quando una serie arriva alla terza stagione, generalmente, non ha più nulla da dire: gli autori avevano già raschiato il fondo del barile delle loro idee con la seconda serie; gli attori sono "stanchi" del personaggio e non vedono l'ora di cambiare set e fiction; il regista della prima serie se n'è già andato. Insomma, i produttori, consci che la forza della storia si è esaurita, puntano tutto sull'abitudinarietà e sull'affezione del telespettatore. E questa carognata a me non piace. Quando non si ha più nulla da dire è meglio star zitti e raccogliere qualche altra idea per qualche altra nuova storia, possibilmente con nuovi protagonisti. Rigenerare una fiction dall'interno (cambiando gli attori o gli sceneggiatori) nove volte su dieci non porta risultati. Non funziona.
Fossi un direttore di rete, lavorerei sempre in funzione della novità. Gli autori devono essere spronati a pensarne sempre di nuove e ad inventarsi storie diverse. Gli attori e i registi devono pensare al loro lavoro senza avere il timore di rimanere incastrati in una serie o in un personaggio. Lo sapete che oggi gli attori, quando firmano il contratto per una serie, tra le clausole del contratto, se ne trovano una che li obbliga a partecipare anche alla seconda o alla terza stagione della serie? E' assurdo! Quella, semmai, dovrebbe essere una scelta non un obbligo! Il cinema è un arte, non un impiego al catasto!
La parola d'ordine, care amiche, è LIBERTA'. Libertà nella novità. Temo di essere stata esageratamente lunga (cosa che mi capita spesso, per altro) e perciò, con la certezza in tasca di avervi tediato a sufficienza, vi rimando alla prossima. ;-)
MARTA
Miss Dickinson è vero, dovremmo proporci come casting director di lusso :D
Marta è stato un piacere leggerti e ben venga chi ha molto da dire :-) Ho visto tutte le fiction che hai elencato e mi trovo d'accordo con la tua analisi. Però io per le soap ho un debole e non riesco proprio a rinunciare :D
Miss Dickson non ha ragione, Francesco Quinn e' Italianissimo, nato a Roma da madre Italiana.
Non cerchiamo il pelo nell'uovo. Il significato era un altro, senza bisogno di scomodare l'anagrafe.
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